mercoledì 21 gennaio 2015

Sangue Fresco


6.12.2014 Sangue Fresco
La tradizione è nell'aria, le feste natalizie sono nell'aria, gli allocchi di Laddington escono un po' di più dalle loro tane, sono come i rintocchi delle campane: puntuali, ma senza fede.

Da parte mia forse stavo meglio prima, teste di cavallo recise, la natura che muore, erano argomenti più divertenti, e sentire l'ansia e lo smarrimento della gente attorno in modo più evidente era... più interessante.

Sarà per questo che ho ricominciato a masturbarmi più spesso.
Non c'è niente di casuale, mai. E io l'ho notato... quando questa città è più calma io sono più agitato, i miei pensieri più oscuri, più assetati.
E... ho fatto qualche nuovo taglio sotto la pancia, vicino all'inguine... ormai tra cicatrici antiche e recenti posso quasi unirle e fare dei disegni.
Si, la mia mente malata questa mattina ha partorito questo: fare dei disegni con le tracce delle mie cicatrici.

Ma non l'ho fatto. Ho scritto invece, o almeno ho cominciato... Alcuni segni dei tagli si prestavano particolarmente e così ho unito fino a comporre ALI_ N , la s è un segno difficile, ma tra qualche tempo verrà fuori e il nome sarà completo, nella mia mente la costellazione è chiara, c'è Dahlia, c'è Winry, c'è Sofia, quest'ultima partecipe di alcune tra le fantasie più nere mai realizzata dal mio cervello. C'è un che di triste e malinconico nel masturbarsi pensando a una persona che non c'è più... Ma non è male.

Nessun nome è ancora completo, i taglietti che mi sono fatto attorno al pube sono tanti, ma non ancora abbastanza e non posso farmeli tutti in una volta, rischierebbero di aprirsi come al Red Light qualche mese fa.

A proposito di cicatrici... ho visto con piacere quella sul petto di Winry l'altra sera all'inaugurazione delle terme del Red. Mi sono sentito esaltato e compiaciuto, quella cicatrice è merito mio, è il mio marchio su di lei, è il risultato della manipolazione di una mente sempliciotta, per lei un passo importante, segno indelebile, per me solo il ricordo di una serata divertente.
Mi sento forte, godo, "puttana Murphy, puttana Bradley" mormoro sottovoce e vengo per la terza volta nella mattinata.

Rilassato, osservo il mio lavoro, tra sangue e seme, giacio inerme e solo il respiro striscia in me come un'ombra scalpitante.

Accade però un fatto strano... Mentre osservo il mio operato... Li, all'attacatura dell'asta, poco sopra, in bella mostra, al centro, le cicatrici compongono quasi da sole un nome che non emergeva alla mente da molto tempo... Devo solo fare una piccola modifica, prendo il coltello e stringendo i denti scavo nella pelle un piccolo segmento che collega la M finale...

TIM

Quanto è bello Timothy, penso... una bellezza non scontata, non delicata, opposto a me. Tutto succede molto velocemente: prendo in fretta e furia le scartofie, non ci metto molto a trovare una sua vecchia missiva in cui si parlava di isolamento e di amicizia, mi manca quasi il respiro, le energie sono polvere, ma non demordo, mi masturbo furiosamente, col corpo tutto in tensione e pensieri dolcissimi nella testa, mi ricordo la sua mano che asciuga le sue lacrime in carrozza, il suo sguardo penetrante che svela il mio gioco, la frustrazione e l'impotenza davanti alla sua sagacia, la mano ruvida e forte che mi accarezza i capelli e mi rivolge parole che si disperdono tra la rassicurazione e la minaccia. Che strano ricordo lontano, che godimento spudorato.

Vengo per la quarta volta nella mattinata, mi brucia tutto, il membro, le ferite, la testa, gli occhi. Provo tanto amore e tanta rabbia, ancora una volta troppo concentrato su me stesso, ma evito di analizzare, devo disinfettare le cicatrici nuove, il sangue fresco che scorre fuori dalla pelle bianca.

Metodico, passo il resto del mattino a riordinare tutto, pulire il sangue, riporre la corrispondenza, riordinare questo diario. Passare tra le mani quella scaglia di Luccio che mi fu donata proprio da Timothy... e a bassa voce, con devozione, sospirare:

"Grazie per questo bel momento, amico mio"

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