26.3.2014 Perso nel tempo
A
questo porta tanta solitudine, isolarsi e pensare, sovrastato dagli
accadimenti di una sensibilità profonda, tutto il passato mi si riversa
contro. Ripenso a tutto dal mio arrivo in questa città, un forestiero
dai modi schivi, miti, sospetti nella bontà e nell'educazione, percepito
con ambiguità dai forestieri arrivati nel mio stesso periodo, e dai
residenti che hanno puntato su di me i loro occhi diffidenti fin dal
primo giorno.
Arrivo
a Laddington con la fine dell'estate, e forse nulla nei piani di Yeshua
accade per caso, perché sono io stesso la fine di quell'estate, almeno
lo sono per l'estate della mia vita. Gli incontri, le persone di questi
luoghi hanno rotto qualcosa dentro di me. Non sarò mai più lo stesso...
già, ma quale stesso? Alcuni hanno spesso ripetuto di vedere due diversi
Emery Cullen, di averne conosciuti due soli, ma se sfoglio le pagine di
questo diario, mi sembra di vederne cinque, sei, forse sette, e questo
mi procura un violento timore.
Ancora
una volta la noia, la pace, la tranquillità non riesco a trovarle e
quando non sono io a cercare i guai, i guai cercano me. Sfortuna? O ha
ragione la mia mestra? Mi sono affacciato troppe volte all'oscurità e
adesso l'oscurità mi cerca, mi ha notato, ha preso dalle mie mani la
chiave per rientrare in questa città... ma se il mio giudizio deve
essere lucido, le mie mani non sono le sole a dispensare quelle chiavi e
ad aprire quelle porte... Vedo così tanto scoraggiamento, ansia, rabbia
e paura nelle persone... ma è consolazione molto magra.
Caos,
malinconia, buio e solitudine, una fievole luce di speranza alle mie
spalle, ma continuo la mia discesa imperitura nelle tenebre e ci sono
sempre nuovi livelli, finché non toccherò il fondo e sempre più giù...
come sempre attratto da questo genere di cose, dal baratro, dalle ferite
che sanguinano, e tutto ciò che tocco diventa
Nessun commento:
Posta un commento