mercoledì 21 gennaio 2015

Perso nel Tempo


26.3.2014 Perso nel tempo


A questo porta tanta solitudine, isolarsi e pensare, sovrastato dagli accadimenti di una sensibilità profonda, tutto il passato mi si riversa contro. Ripenso a tutto dal mio arrivo in questa città, un forestiero dai modi schivi, miti, sospetti nella bontà e nell'educazione, percepito con ambiguità dai forestieri arrivati nel mio stesso periodo, e dai residenti che hanno puntato su di me i loro occhi diffidenti fin dal primo giorno.

Arrivo a Laddington con la fine dell'estate, e forse nulla nei piani di Yeshua accade per caso, perché sono io stesso la fine di quell'estate, almeno lo sono per l'estate della mia vita. Gli incontri, le persone di questi luoghi hanno rotto qualcosa dentro di me. Non sarò mai più lo stesso... già, ma quale stesso? Alcuni hanno spesso ripetuto di vedere due diversi Emery Cullen, di averne conosciuti due soli, ma se sfoglio le pagine di questo diario, mi sembra di vederne cinque, sei, forse sette, e questo mi procura un violento timore.

Ancora una volta la noia, la pace, la tranquillità non riesco a trovarle e quando non sono io a cercare i guai, i guai cercano me. Sfortuna? O ha ragione la mia mestra? Mi sono affacciato troppe volte all'oscurità e adesso l'oscurità mi cerca, mi ha notato, ha preso dalle mie mani la chiave per rientrare in questa città... ma se il mio giudizio deve essere lucido, le mie mani non sono le sole a dispensare quelle chiavi e ad aprire quelle porte... Vedo così tanto scoraggiamento, ansia, rabbia e paura nelle persone... ma è consolazione molto magra.

Caos, malinconia, buio e solitudine, una fievole luce di speranza alle mie spalle, ma continuo la mia discesa imperitura nelle tenebre e ci sono sempre nuovi livelli, finché non toccherò il fondo e sempre più giù... come sempre attratto da questo genere di cose, dal baratro, dalle ferite che sanguinano, e tutto ciò che tocco diventa

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