mercoledì 21 gennaio 2015

A Laddington



Emery Cullen
...Il bambino uscì di casa per giocare
nell'oltrepassare la soglia della porta di casa
gli si causò come un riflesso
il male era nato, era nato e seguiva il bambino...

10.8.2013 A Laddington
La stanza è come tante altre, ma l'aria ha qualcosa di più confortevole del passato. Mi sento stanco e spossato, mi sento vuoto, ma continuo a ripetermi che è soltanto indecente accidia e svogliatezza e che devo combatterla, è presto e ogni cosa ha il suo tempo. C'è disordine nel pane, e nell'acqua, ogni manina tesa in questa nuova città l'andrò a cogliere, sono nutrimento del mondo, mi sento pieno di tutto, trabocco di tutto, di acqua, suoni e colori, eppure così vuoto... Ho incontrato volti scuri e cupi, indifferenti e due donne, dalla diversa cortesia.

Faye è così strana, così sorridente, solo le baldracche che ho incontrato in passato erano sorridenti come lei, non mi sembrava il caso, non penso sia una donna di malo costume...
Solo col pensiero, ma è vero ho peccato, è colpa di Faye, so che è colpa sua, una parte di me lo crede, non dovrei indurmi in simili pensieri... Aspetterò, il tempo sarà caritatevole e la sua lanterna mi mostrerà la via.
Ho conosciuto anche Sybilla, è una maestra, il mattino è pieno di promesse, come questa cittadina, opportunità... Dice che i forestieri in passato hanno portato fastidio e causato danni. Era un avvertimento? Sono io il solito colpevole paranoico che si sente sempre sottoaccusa? forse è così, ma farò di tutto per dimostrarmi integro e buono.
Perché dove arriva il bene, ci sarà sempre il posto anche per il suo acceso complementare.
Sei dolore mio signore, per non dispiacermi più, sei meravigliosa catastrofe, per la mia adorazione oggi e per quella dei giorni a venire. Tuo, Emery.

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