mercoledì 21 gennaio 2015

Esercizio di Fortificazione I


28.02.2014 Esercizio di Fortificazione I
Come quando ero piccolo, facevo gli esercizi, non esercizi di scuola... esercizi diversi...
Mamma mi diceva "Stupido Cullen!" La gente mi dice: "Porco di uno scozzese" “Buono a nulla” “Verme” "Imbecille” “Moccioso” ”Porco” “Carogna” “Essere Vuoto” “Piccolo merdoso”. Quando sentivo queste parole, il mio volto diventava rosso, gli occhi bruciavano, e le ginocchia tremavano. Non volevo più arrossire né tremare, volevo abituarmi alle ingiurie e alle parole che feriscono. Mi sistemavo davanti allo specchio e mi dicevo le parole più atroci. A volte lo faccio tuttora, Continuo finché le parole non entrano più nel cervello, non entrano nemmeno nelle orecchie. Faccio in modo che la gente mi insulti e posso constatare la mia indifferenza a tutto ciò.

Ma ci sono anche le parole profonde.

Sofia mi ha scritto: “Sono belli sulla stoffa i fiori o le lettere E m e r y e vicino S o f i a. E' bello il borgo nobile quando ci sei tu e il museo non è noioso. il convento è meno buio se ti ricordo. Le tue facce sono buffe. 
Sofia”
Quando rileggo queste parole, gli occhi si riempiono di lacrime. queste parole devo dimenticarle, perché adesso nessuno me le scriverà parole simili e perché il ricordo che portano è un peso troppo grosso da portare. Allora ricomincio il mio esercizio in un altro modo, mi metto davanti allo specchio e dico: "Sono belli sulla stoffa i fiori o le lettere E m e r y e vicino S o f i a. E' bello il borgo nobile quando ci sei tu. il convento è meno buio se ti ricordo...." A forza di ripeterle, le parole a poco a poco perdono il loro significato e il dolore che portano si attenua.

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