venerdì 30 gennaio 2015

Ho ucciso Taffy


31.01.2015 Ho ucciso Taffy

Taffy è morto. Insomma, era ora, stucchevole il nome, stucchevole la padrona e la storiella della loro reciproca compagnia. Se c'è una cosa che la mia materia m'insegna è che i segni vanno colti, e quale segno più plateale se non il tanto odiato gatto che si affeziona all'aula in cui studio. Ho dovuto aspettare il momento opportuno, Alison veniva a riprenderselo o a portargli da mangiare ogni volta.
Ma con un po' di pazienza l'ho spuntata e tra le mie mani diventate bianche per lo sforzo, il tenero Taffy ha smesso di respirare. Ti ho regalato lo sguardo puro dei morti Taffy, due fori assenti da cui guarda solo Yeshua.

Mi ha riportato i ricordi della mia infanzia, quando uccidevo piccoli animali selvatici o gatti per il puro gusto di farlo... Eppure ero così piccolo e con la testa così poco a posto... Una follia lucida è forse peggio della consueta follia generata dal male che ti rende una pedina di un disegno più grande? Mio fratello era forse più dignitoso di me, per il semplice fatto d'essere ammalato senza accorgersene? Lui è felice... o adesso, a distanza di anni... sarà come me? No. Impossibile.

Infine non mi è rimasto che attendere l'arrivo di Alison per la cena di Taffy... non sono pienamente soddisfatto della mia recitazione, buone le lacrime, ma i tempi... no, non ci siamo, penso non se la sia bevuta del tutto... E la parte in cui mi sono preso a schiaffi da solo, forse troppo enfatica. Ma d'altronde che il gatto stesse già male sono parole sue.
In fondo è stato un atto di carità, come quella volta che Sofia mi chiese di uccidere quel gatto  agonizzante sul ciglio della Main Street, ricordo ancora l'improvvisa e piacevole sensazione delle carni spapolate sotto la suola della mia scarpa.
Ma Taffy no, ho dovuto farlo sembrare naturale, non potevo schiacciarlo o cose simili. Pazienza.
Alison dimenticherà tutto questo e se non lo dimenticherà peggio per lei. Se mi ignora, godo del suo doloroso silenzio, se si arrabbia sarò soddisfatto di averla trascinata di un altro piccolo gradino più in basso. Comunque vada vinco. Ed è quasi noioso.

Ora sono abbastanza ispirato per parlare con Ayden. Bisogna trovare le parole buone per lui, è il mio compito come studioso, gli ho promesso che avrei riordinato i miei pensieri... e l'ho fatto.
Quell'uomo mi terrorizza, perché come me mostra meno di quanto dice. Tomas Versis, recentemente riapparso per farmi gelare il sangue è fastidioso nella sua spocchia e nel suo parlare e agire viscido. Ma questo Ayden... Se non fosse arrivato Versis tutto sarebbe rimasto sul piano accademico, per quanto le richieste che ho fatto a Thackery riguardassero i suoi intimi pensieri, tutto era votato all'indagine dell'occulto e dell'impalpabile.
Ma ora Ayden ha visto che tra me e quell'altro non scorre buon sangue e tutto scavalcherà quella confortevole area accademica per riversarsi sul personale. Non posso permetterlo, o forse dovrei giocarlo a mio vantaggio... un modo ci sarà... un modo c'è sempre... anche quando soffro vinco... allora perché continuo a sentirmi così terrorizzato e vigliacco?

L'ultima volta che Guilford mi ha dato un pugno mi sono rifiutato di andare a chiedere l'aiuto di Camille... sapevo bene che si sarebbe prima o poi presentata l'occasione per pugnalare ancora una volta lui e Winry col dolce veleno della parola... In bocca miele, in cuore fiele.
Ma adesso? Dovrei scrivere alla mia Lady? Chiedere il suo aiuto? Sono certo che toglierebbe Versis di mezzo in un attimo, soprattutto ora che non serve più a niente e che è ridotto, come merita, a fare lo sguattero. Cosa non darei per vederlo leccare i miei piedi sudati. Stupido idiota, mediocre e inferiore.

Tanti, troppi pensieri... non mi fanno bene. No. Sto fermo a guardare il centro dell'Aula Incognito dove poco fa ho lasciato raccogliere a Alison il cadavere del suo migliore amico. Ancora penso alle mie mani attorno alla sua gola e per la seconda volta oggi ripenso a mio fratello Elliot, a quella sera prima di partire da casa e lasciarmi tutto indietro, quando le mie mani erano sul suo collo, lui mi guardava, come sempre assente, non si sarebbe ribellato, avrei liberato sia lui che i nostri genitori, avrei fatto l'ultima grazia prima di scomparire... Ma mi è mancato il coraggio. Sono cambiato? Si... ora come ora lo ucciderei. Sono assetato.

L'ebrezza della lussuria, il desiderio e la morte, sono le ultime intime avventure che mi rimangono in questa vita fatta da limiti imposti dalla materia. E la morte, è un po' troppo definitiva. Capisco che non c'è ragione di fare niente, se nessuno mi guarda.

mercoledì 21 gennaio 2015

Della Carne e della Mente


15.12.2014 Della Carne e della Mente
Ho deciso di fidarmi più delle mie sensazioni che dei miei calcoli, chissà se durerà.
I calcoli mi hanno tenuto in piedi da quando sono sceso alla stazione di Laddington.
Ma le sensazioni... quelle mi hanno in effetti tenuto vivo, attaccato a quest'abisso dell'anima.
Erano sensazioni, la voce vibrante dell'uomo nero al Messiah, la notte in cui mi sono invaghito di Sofia Weaton... Sono sensazioni... gli amplessi con Dahlia, il primo bacio di Camille e la sua stretta forte, dal sapore di eternità. Era un'emozione fortissima la visione che ha devastato la mia testa a Lad River, sensazione di morte che mi ha attraversato come il più vivido dei sogni.
Con i calcoli ho smosso il fondale sabbioso delle coscienze senza mai far affiorare nulla alla superficie, arte invisibile, arte inservibile, il disprezzo dei tanti.
Ma ora mi convinco sempre più che sia giunto il momento di smettere di sopravvivere e cominciare a desiderare il potere.
Perché i posti alti mi mettono soggezione? Non sono un corvo, ma mi sono recato più volte alla torre astronomica tanto amata da Miss Hall... Li dove comincia il cielo, si anela l'incomprensibile e il mistero diviene la spada dei deboli afflitti.
Non sono soddisfatto, cambio direzioni, cerco per i corridoi cercando di non dare retta al pensiero e di cedere invece alle lusinghe dell'istinto. Per via della materia che studio, non temo di essere scambiato per pazzo, del chiacchiericcio che segue i miei passi me ne rido, inseguo da solo le mie risposte.

Passo sempre più tempo nell'Aula Incognito. Prima temevo d'incontrarvi lo sguardo dal bagliore rossastro della Gran Maestra, ora tocco senza pudore i suoi strumenti, so che non è un caso se sono li, sfere trasparenti, pendoli, carte astronomiche, tarocchi. Seduto rigido e controllato su di una poltrona nel tentativo di svuotare la mente o lasciato andare a terra su dei cuscini mentre i fumi delle erbe aromatiche mandano alla deriva la mia mente.

Lo sguardo si concentra, la mente è una tela nera, come la mia anima e da questo buio emergono figure, per lo più sono gli stessi volti spettagolati dalla città... Mr Thackery, Lady Lancaster... Dahlia... Alison...
Mi sembra la cosa più normale del mondo che la mia mente vada a cercare queste figure, sono solo immagini, ogni tanto sento salire delle emozioni più forti, ma nulla si avvicina mai alla vivida sensazione che ho provato con quella visione a Lad River.
Tutta questa è soltanto psicologia? Suggestione? Caso?
No, sono certo di no. Se l'istinto mi riporta a questi personaggi cittadini, è in loro che troverò qualcosa d'interessante.

Non mi preme risolvere i problemi di questa città al momento, può bruciare per quanto mi riguarda, sarebbe comunque un diversivo dalla noia. Ma assaporare ancora le delizie dell'occulto e accarezzare i frammenti del futuro e del passato... Questo voglio farlo ancora.

Accadrà ancora qualcosa... I presagi si sono fermati, ma non si sono spenti. Distanti, io li sento pulsare. Dev'esserci una grande luce benevola che splende indisturbata da qualche parte, protetta da qualche insospettabile parete di questa città... Deve esserci... Altrimenti come è possibile che le leggi dell'equilibrio abbiano lasciato in vita ancora me, ombra vile che tutto vorrebbe distrutto e guastato? Deve esserci un motivo...

Cala la notte, sono solo, con la lettera di Alison dall'altra parte... profuma di vaniglia... stucchevole quanto lei e il pulsare del mio cuore... solitario quanto me, dispiaciuto quanto me. Sui banchi di questo Ateneo, sulla scrivania della mia stanza, su ogni carne consentita e sui gradini della morte, scrivo il tuo nome.

Sangue Fresco


6.12.2014 Sangue Fresco
La tradizione è nell'aria, le feste natalizie sono nell'aria, gli allocchi di Laddington escono un po' di più dalle loro tane, sono come i rintocchi delle campane: puntuali, ma senza fede.

Da parte mia forse stavo meglio prima, teste di cavallo recise, la natura che muore, erano argomenti più divertenti, e sentire l'ansia e lo smarrimento della gente attorno in modo più evidente era... più interessante.

Sarà per questo che ho ricominciato a masturbarmi più spesso.
Non c'è niente di casuale, mai. E io l'ho notato... quando questa città è più calma io sono più agitato, i miei pensieri più oscuri, più assetati.
E... ho fatto qualche nuovo taglio sotto la pancia, vicino all'inguine... ormai tra cicatrici antiche e recenti posso quasi unirle e fare dei disegni.
Si, la mia mente malata questa mattina ha partorito questo: fare dei disegni con le tracce delle mie cicatrici.

Ma non l'ho fatto. Ho scritto invece, o almeno ho cominciato... Alcuni segni dei tagli si prestavano particolarmente e così ho unito fino a comporre ALI_ N , la s è un segno difficile, ma tra qualche tempo verrà fuori e il nome sarà completo, nella mia mente la costellazione è chiara, c'è Dahlia, c'è Winry, c'è Sofia, quest'ultima partecipe di alcune tra le fantasie più nere mai realizzata dal mio cervello. C'è un che di triste e malinconico nel masturbarsi pensando a una persona che non c'è più... Ma non è male.

Nessun nome è ancora completo, i taglietti che mi sono fatto attorno al pube sono tanti, ma non ancora abbastanza e non posso farmeli tutti in una volta, rischierebbero di aprirsi come al Red Light qualche mese fa.

A proposito di cicatrici... ho visto con piacere quella sul petto di Winry l'altra sera all'inaugurazione delle terme del Red. Mi sono sentito esaltato e compiaciuto, quella cicatrice è merito mio, è il mio marchio su di lei, è il risultato della manipolazione di una mente sempliciotta, per lei un passo importante, segno indelebile, per me solo il ricordo di una serata divertente.
Mi sento forte, godo, "puttana Murphy, puttana Bradley" mormoro sottovoce e vengo per la terza volta nella mattinata.

Rilassato, osservo il mio lavoro, tra sangue e seme, giacio inerme e solo il respiro striscia in me come un'ombra scalpitante.

Accade però un fatto strano... Mentre osservo il mio operato... Li, all'attacatura dell'asta, poco sopra, in bella mostra, al centro, le cicatrici compongono quasi da sole un nome che non emergeva alla mente da molto tempo... Devo solo fare una piccola modifica, prendo il coltello e stringendo i denti scavo nella pelle un piccolo segmento che collega la M finale...

TIM

Quanto è bello Timothy, penso... una bellezza non scontata, non delicata, opposto a me. Tutto succede molto velocemente: prendo in fretta e furia le scartofie, non ci metto molto a trovare una sua vecchia missiva in cui si parlava di isolamento e di amicizia, mi manca quasi il respiro, le energie sono polvere, ma non demordo, mi masturbo furiosamente, col corpo tutto in tensione e pensieri dolcissimi nella testa, mi ricordo la sua mano che asciuga le sue lacrime in carrozza, il suo sguardo penetrante che svela il mio gioco, la frustrazione e l'impotenza davanti alla sua sagacia, la mano ruvida e forte che mi accarezza i capelli e mi rivolge parole che si disperdono tra la rassicurazione e la minaccia. Che strano ricordo lontano, che godimento spudorato.

Vengo per la quarta volta nella mattinata, mi brucia tutto, il membro, le ferite, la testa, gli occhi. Provo tanto amore e tanta rabbia, ancora una volta troppo concentrato su me stesso, ma evito di analizzare, devo disinfettare le cicatrici nuove, il sangue fresco che scorre fuori dalla pelle bianca.

Metodico, passo il resto del mattino a riordinare tutto, pulire il sangue, riporre la corrispondenza, riordinare questo diario. Passare tra le mani quella scaglia di Luccio che mi fu donata proprio da Timothy... e a bassa voce, con devozione, sospirare:

"Grazie per questo bel momento, amico mio"

Teatro


25.11.2014 Teatro
Sempre visto, mai fatto. Non nel senso della professione o della recita dichiarata almeno.
Mille maschere tutte sgretolate, le ho già portate in volto.
Ma unire la passione all'occupazione è un'esperienza... strana... mi fa sentire una strana sensazione al ventre.
Alison mi ha chiesto di fare con lei un teatrino per i bambini, per insegnare un po' di storia in modo divertente, certo il proposito in se è stucchevole e ho trattenuto fedelmente ogni conato di nausea che la gola mi ha proposto. Odio i bambini, sono simbolo della vita nascente, potenziale in crescita, potenziale del disgusto della società che verrà a breve creato.
Ma la parte tecnica del teatrino è stata in effetti divertente, interessante.
"Studiare" e leggere, mi ha sempre entusiasmato, perché la conoscenza è potere, la parola è carisma, la storia e la psicologia sono armi...
"Fare" mi ha coinvolto... che è molto di più... ho sempre avuto un bel tratto nel disegnare, lo dimostrano anche i ritratti presenti in questo diario, certo, non sono del tutto fedeli, non sono un vero artista, ma c'è una sorta di anima catturata dentro di loro, un frammento di conoscenza inquietante degli altri che mi compiace e mi tormenta nello stesso tempo.
E la mia mano sinistra, che di solito mi è d'impaccio non mi ha disturbato più di tanto, ho aiutato la White a montare il teatrino, ormai ho messo anche le ruote, l'ho reso ambulante, sono riuscito a non distruggermi le mani, ho dato colore e forma al semplice materiale e... per un pubblico di bambini dovrò dare colore e forma a un personaggio... I bambini sono il pubblico più crudele che esista, perché la loro onestà va oltre l'educazione, se li annoierò non me lo manderanno di certo a dire... Questo mi preoccupa... Al tempo stesso mi stimola... Mi sto davvero annoiando così tanto di vivere che ogni ansia emotiva diventa il pane dell'anima mia?
Come mi sentirò quando sarà passata? Quando finisco di leggere un libro avverto una sensazione di vuoto senza ritorno. Come ci si sente dopo una piccola rappresentazione? Quel teatrino, i momenti di divertimento e di discussione con Alison non torneranno più... Come tutte le distrazioni passerà, e resterò nuovamente solo con me stesso... La peggiore persona con cui si possa restar da soli.

Alison


9.11.2014 Alison

Mentre il folletto dispettoso che saltella nel mio cervello gioca scherzetti a Lavander... Un'altra interessante figura è emersa tra le nebbie di questa città... Ella ha sembianze delicate e taglienti, un'aura di manierismo vetusto è adagiato come uno scialle sul suo corpo e lo muove come burattinaio molto più scaltro che viscerale. Alison sa muoversi nel mondo e nasconde alla perfezione la parte di lei che non accetta il mondo.

Alison, nuovi brividi e nuovi contrasti, il nuovo gioco interessante, il nuovo stimolo che squarcia la noia. La prima cosa che mi ha colpito è la sua risolutezza nell'essere invadente e prendersi qualsiasi informazione voglia sul conto degli altri, non è come le altre donne, non sfrutta soltanto il pettegolezzo, cosa normalissima, lei ci aggiunge il senso di ricerca accademico, e da questo strano intreccio ne viene fuori una rete-barriera che le lascia esplorare il mondo.

Vecchi presagi, stessi interrogatori di una volta, ho lasciato cadere davanti a lei i soliti dettagli più insignificanti... L'ansia, la mano sinistra, quei piccoli vecchi trucchetti che tanto urtano la sensibilità altrui, soprattutto quella delle donne. Loro si sentono intelligenti quando pensano di essere tra le poche ad aver notato l'ombra del demone tra le ciocche dei miei capelli biondi o dietro i miei occhi tremanti. Mi sembra di sentirlo strisciare sul mio collo il suo orgoglio tracotante, il suo bisogno di rendersi utile, quella ricerca di un essere che ti faccia dimenticare l'angoscia... sentirsi apprezzata, indispensabile, importante.

Distrarla... fino al momento opportuno. Ho sentito una diceria dei contadini secondo cui il vitello deve essere ucciso senza che se ne accorga, o la paura gli farà il sangue cattivo.
Credevo di essere inetto, ma quanti vitelli ho pugnalato... con la mia asta, con la lingua, con le parole che sono veleno. E nessuna di loro, ha mai visto prima la lama.
Eppure voglio saperne di più, la curiosità che brucierà il mio inferno in terra porta il suo nome adesso... Alison... Non vi è rosa senza spine, e più bianca è la facciata, più nero è il cuore che vi marcisce dietro. Io lo so... anche lei lo sa... E si continua la danza silenziosa dell'immaginario.
Magari userò qualcuno... magari replicherò i vecchi scherzi e ne inventerò di nuovi. Desidero incatenarla a me. Lei che osa distinguersi senza ammetterlo, lei che intriga i miei sensi e le mie perversioni più buie ancora una volta. Lei che rappresenza il mondo comune, la gente insipiente che mi disconosce e schernisce ogni volta che incrocia il mio sguardo...

...Ma mi son detto, tu Emery, non rinunciare a capire il mondo, solo perché il mondo non comprende una parte di te stesso....

...Ma questa mia parte è tutto.

Emery Cullen, parli ancora come un bambino.

Spettri


15.9.2014 Spettri
Laddington il mio veleno, la città migliore, più bella e più intensa in cui sia mai stato, ma è il mio veleno, forse proprio perché la mia indole melodrammatica non è portata o non crede di poter stare "meglio" ... Sento che la fine è vicina, ma non è la prima volta che lo sento quindi non so in realtà niente...

La verità è che non ho mai pensato tanto al suicidio come in questo periodo. La verità è che gli unici piccoli spasmi di vita che mi capita di avvertire ovattati sottopelle sono i sussurri erotici di Camille Lancaster e delle sue perdute, gli ammonimenti velati d'ansia e saggezza di Miss Sybilla Hall... il dolore empatico di Winry, le mia unghia che tirano la pelle sulle croste delle vecchie cicatrici... tutte piccole cose, cose sporadiche, che mi fanno sentire vivo, una forma corrotta di vita.

Ho finito davvero le lacrime? Come è possibile? Perché non c'è fine al dolore dell'apatia? Preferirei non ci fosse fine al dolore... i giochi di potere che s'intravvedono nella foschia del perbenismo quotidiano, i giochi che mi erano invisibili al mio arrivo e che ora si delineano (non ultima la catastrofe sociale di Lord Humphry) mi hanno fatto capire che le persone ricercano i loro sogni e desideri nella buona e nella cattiva fede.

Ma che fine farò io che non agisco né nell'una né nell'altra? Il mio agire è soltanto caos e cattiveria gratuita, non è l'equilibrio ineluttabile di cui parla Miss Hall e non è il fine intrigo e la sottigliezza della Lancaster... sono un ibrido, un malvagio errore del mondo, capace di pensare al male senza le sue regole portanti... Mi sento solo... nulla mi corrisponde, i miei atteggiamenti peggiori sono tutti tornati... l'acqua, la mia mano sinistra, i tremori involontari... sono passati dalla simulazione della debolezza alla vera debolezza senza quasi nemmeno accogermente.

Non posso farmi vedere in queste condizioni, è inaccettabile, se qualcuno capisse che per davvero in me c'è qualcosa che non va, che la mia testa per davvero talvolta non funziona bene... sarà la fine...

Meglio morire che finire sul Lad Journal o alla radio... Questa insensatezza deve trovare la sua fine. Mi suiciderò. Si.

C'è un solo non trascurabile problema che vi si oppone: Sono il verme più viscido e vigliacco che sia mai esistito a questo mondo. I miei atti non saranno mai tragici, la vera tragedia, sarà, temo, il non morire. Non come vorrei.

La Lista Nera


26.3.2014 La Lista Nera
Questa pagina non temerà cancellature, errori, non temerà d'esser scritta con la mia mano mancina, semplice disfunzione fisica o guida del maligno, se mai mi succederà qualcosa, che non sia l'unico a cadere, che la mia oscurità stenda un velo su questa città, che la inferiore mediocrità trovi appiglio graffiante sulle candide pelli, corazze inespressive dei pagliacci di questa città, io so chi sono io, so chi siete voi, so chi siamo noi, e vi amo. Aggiornerò questa lista man mano che deporrete queste azioni ai miei occhi.

Faye Oliver - Ridanciana locandiera del Messiah, è scomparsa da quel che so, nessuno l'ha più vista, non mi sorprende, è sempre stata una ragazza avventata, dolce si, ma dal cuore egoista, tentatore, una suffragetta mancata, donnina insignificante dei vicoli, sempre pronta a piantare il caos e a portare gli uomini di buona volontà sulla cattiva strada o a istillare pensieri malvagi in ragazzi per bene come me.

Dahlia - il cui vero nome è Candice, ma il suo candore è soltanto apparenza, la città già conosce le innumerevoli macchie su questo candore, dice bene il cardinale, questa donna non fa che tentare e insinuare il male in chiunque abbia la sfortuna d'incrociarne lo sguardo. Una donna disposta perfino a far credere amore ciò che non lo è e mai lo sarà. Una traditrice di ogni principio morale, nascosta dietro la finta dignità con cui porta il foulard giallo. Protetta da una nobile corrotta che l'inferno ancora non osa inghiottire. Eppure Dahlia, nella sua eterna e continua finzione, nel potenziamento della sua cattiveria e della sua progressiva perdita di umanità... è essa stessa il corpo della verità. La seduzione disvelata nel suo sguardo mette a nudo le pulsioni più sporche di ogni essere vivente, è quasi azione diabolica, ma il diavolo stesso un tempo... era un angelo. Ha attratto su di se una possessione demoniaca, io ero presente, ma se anche ho attirato l'oscurità, è lei, in quanto donna ad aver aperto la porta.

Camille Lancaster - Le mie parole non potranno mai scalfire una nobile, la potenza della sua casa la protegge, è sempre ben attenta a non esporsi, ma conoscerla privatamente, essere soggiogati dalla sua bellezza più unica che rara, è un'esperienza oscura, la tentazione più grande di tutte. L'ennesima donna che ti porta sulla cattiva strada, pronta a sfruttarti per il suo volgare diletto e subito ti molla quando ormai non servi più. Una donna, pur nobile, non dovrebbe mai osare tanto, che Yeshua la punisca.

Sofia Weaton - La più ipocrita, membro del tribunale morale, ma la più immorale, dice di aver visto delle ombre al borgo nobile, dunque l'oscurità le si è presentata in mia presenza, ancora una volta forse ho attirato io quella oscurità con la mia semplice curiosità, ma chi ha aperto la porta di quella curiosità e ne è stata colpita, questa è sempre lei, la donna inferiore ammantata della sua cattiveria. Mi ha cercato fisicamente, carnalmente, ha perso con me il suo pudore e le è piaciuto, l'ho posseduta come una baldracca sul ciglio della Main Street in una fredda notte autunnale. E da quel giorno, non volendo accusare giustamente se stessa per la sua impudicizia, la donna ha vissuto per distruggermi. Talvolta sembra perfino provare qualcosa per me, la sua confusione è tanta perché vive nel peccato e non può in alcun modo uscirne. Tentatrice, sterile oltrettutto, e una donna che non può dare figli è la negazione della vita, del generare, è un'albicocca secca e amara, è il suicidio dell'umanità è l'impossibilità dell'ereditarietà. L'inverno, La fine.


Timothy Oldstaff - Un uomo impuro, un combinaguai che sta su una mezza-via, ma è proprio questo suo stare in bilico tra una parte e l'altra che lo rende simile e dissimile da me... caro Tim, le vie di mezzo non pagano, la fede ti protegge, e altrettanto fa l'oscurità, ma a stare in mezzo tra le due verrai tagliato. Si è macchiato di atteggiamenti sconci al Club Puntocroce, sua sorella era una prostituta e lui le ha fatto fare una brutta fine, ha rinnegato la propria famiglia facendo fare a tutti una brutta fine, e infatti è un uomo altamente vendicativo, l'unico amico che ho e di cui ho molto timore perché so che può diventare imprevedibile, pericoloso per se stesso e per gli altri. Uno di quelli che "il fine giustifica i mezzi" un iracondo, collerico, saggio, curioso delle cose sconosciute e quindi delle cose oscure. Pericoloso.

Winry Murphy - Lo stereotipo di contadinotta irlandese sciocca, questa per quanto repellente è solo la sua maschera, sotto di essa si nasconde l'ennesima donnetta che vive di espedienti, invidie, tentazioni offerte a chiunque incroci il suo cammino. Non ha il benché minimo interesse per lo studio, ma solo per le cose occulte che vi si possono trovare attraverso, è arrivata all'Ateneo di Laddington col proposito di farsi usare dal demonio per i suoi scopi, ne sono certo, si è fidanzata non a caso con un uomo grande e grosso che alcuni credono invischiato in affari loschi. E lei sicuramente lo sa e nel suo coltivare il caos, ne è estremamente compiaciuta e lo chiama amore. Sempre pronta ai pettegolezzi, inaffidabile, trasgreditrice delle regole morali, appena può si libera della cuffietta, assume posture scomposte e linguaggio poco consono a una signorina.


Tomas Versis - Egotico, pieno di se, ambiguo, mai uguale, quindi privo di vera personalità, amato dagli altri perché li tratta come vorrebbero e quindi in alcuni casi, male, ho il sospetto che il suo mestiere e le sue azioni siano atte a mascherare qualche insicurezza profonda, di certo ha grande utilità per la città, ma questa utilità distoglie gli occhi di tutti da quella che in realtà, ne sono certo, è la sua profonda inadeguatezza al ruolo che ricopre. Un uomo lacerato dall'oscurità interiore. Usa un linguaggio eccessivamente colorito, che indossi la divisa o meno, che sia sobrio o ubriaco, come mi è infatti capitato di vederlo. Un uomo per bene che conta sulle proprie capacità e basta per il proprio lavoro non avrebbe bisogno di ricorrere a un linguaggio tanto violento. Oltretutto senza guardare in faccia nessuno a prescindere dallo status sociale, davvero vergognoso. E se queste sono le parole, chissà quali possono essere i fatti!

Perso nel Tempo


26.3.2014 Perso nel tempo


A questo porta tanta solitudine, isolarsi e pensare, sovrastato dagli accadimenti di una sensibilità profonda, tutto il passato mi si riversa contro. Ripenso a tutto dal mio arrivo in questa città, un forestiero dai modi schivi, miti, sospetti nella bontà e nell'educazione, percepito con ambiguità dai forestieri arrivati nel mio stesso periodo, e dai residenti che hanno puntato su di me i loro occhi diffidenti fin dal primo giorno.

Arrivo a Laddington con la fine dell'estate, e forse nulla nei piani di Yeshua accade per caso, perché sono io stesso la fine di quell'estate, almeno lo sono per l'estate della mia vita. Gli incontri, le persone di questi luoghi hanno rotto qualcosa dentro di me. Non sarò mai più lo stesso... già, ma quale stesso? Alcuni hanno spesso ripetuto di vedere due diversi Emery Cullen, di averne conosciuti due soli, ma se sfoglio le pagine di questo diario, mi sembra di vederne cinque, sei, forse sette, e questo mi procura un violento timore.

Ancora una volta la noia, la pace, la tranquillità non riesco a trovarle e quando non sono io a cercare i guai, i guai cercano me. Sfortuna? O ha ragione la mia mestra? Mi sono affacciato troppe volte all'oscurità e adesso l'oscurità mi cerca, mi ha notato, ha preso dalle mie mani la chiave per rientrare in questa città... ma se il mio giudizio deve essere lucido, le mie mani non sono le sole a dispensare quelle chiavi e ad aprire quelle porte... Vedo così tanto scoraggiamento, ansia, rabbia e paura nelle persone... ma è consolazione molto magra.

Caos, malinconia, buio e solitudine, una fievole luce di speranza alle mie spalle, ma continuo la mia discesa imperitura nelle tenebre e ci sono sempre nuovi livelli, finché non toccherò il fondo e sempre più giù... come sempre attratto da questo genere di cose, dal baratro, dalle ferite che sanguinano, e tutto ciò che tocco diventa

Esercizio di Fortificazione I


28.02.2014 Esercizio di Fortificazione I
Come quando ero piccolo, facevo gli esercizi, non esercizi di scuola... esercizi diversi...
Mamma mi diceva "Stupido Cullen!" La gente mi dice: "Porco di uno scozzese" “Buono a nulla” “Verme” "Imbecille” “Moccioso” ”Porco” “Carogna” “Essere Vuoto” “Piccolo merdoso”. Quando sentivo queste parole, il mio volto diventava rosso, gli occhi bruciavano, e le ginocchia tremavano. Non volevo più arrossire né tremare, volevo abituarmi alle ingiurie e alle parole che feriscono. Mi sistemavo davanti allo specchio e mi dicevo le parole più atroci. A volte lo faccio tuttora, Continuo finché le parole non entrano più nel cervello, non entrano nemmeno nelle orecchie. Faccio in modo che la gente mi insulti e posso constatare la mia indifferenza a tutto ciò.

Ma ci sono anche le parole profonde.

Sofia mi ha scritto: “Sono belli sulla stoffa i fiori o le lettere E m e r y e vicino S o f i a. E' bello il borgo nobile quando ci sei tu e il museo non è noioso. il convento è meno buio se ti ricordo. Le tue facce sono buffe. 
Sofia”
Quando rileggo queste parole, gli occhi si riempiono di lacrime. queste parole devo dimenticarle, perché adesso nessuno me le scriverà parole simili e perché il ricordo che portano è un peso troppo grosso da portare. Allora ricomincio il mio esercizio in un altro modo, mi metto davanti allo specchio e dico: "Sono belli sulla stoffa i fiori o le lettere E m e r y e vicino S o f i a. E' bello il borgo nobile quando ci sei tu. il convento è meno buio se ti ricordo...." A forza di ripeterle, le parole a poco a poco perdono il loro significato e il dolore che portano si attenua.

La Farsa Continua


10.02.2014 La farsa continua

Non importa che vada a mio vantaggio o svantaggio, se questa mia insulsa vita potrà generare anche solo un minimo movimento subordinato alle leggi del caos... potrò dire di aver vissuta una vita vera... ombra coraggiosa, maestro maldestro di equilibri instabili. Alcune persone in città pensano di essere vicine alla verità che mi riguarda, alcuni per eccesso, altri per difetto, i più se ne fregano semplicemente e su quei più baso il mio quieto vivere. Gli altri sono i commedianti di questa assurda commedia d'ombre.
L'unico problema si presenta quando pure io non sono in grado di distinguere i momenti di perdita di controllo reali da quelli solamente finti... ma questi ultimi sono certamente la maggiorparte, disseminare dettagli, aggirare i problemi spostando l'attenzione su gravi presentimenti... Ho sempre vissuto di questi espedienti, ma qui, ancora una volta, sembra tutto tremendamente amplificato, certi giorni mi sembra di trionfare come re dei truffatori, altre volte mi sembra soltanto di distruggermi... un pezzo alla volta, ogni giorno, mi accorgo, che provo dispiacere piuttosto che dolore, gelosia dove dovrebbe esserci affetto, senso di colpa dove invece dovrebbe dominare reale smarrimento, volontà e pericolo. Forse mi sto solo difendendo, forse questi sentimenti così umani in realtà sono sopravalutati... O magari sono così inetto da non essere in grado di provare dei sentimenti veri e mi ritroverò condannato a fingere per sempre, non è né male né bene, è il mio nero equilibrio, pieno di colpe e privo di volontà di migliorarmi. L'unica volontà che ho... è sbagliare sempre di più. E sbagliare meglio.
Sono un po' più confuso del solito, eppure un po' più sano. Dovrei sentirmi subdolo per tutto quello che faccio, invece, la mia farsa è l'unica cosa che non mi crei un qualche senso di colpa... Tutto il resto... si, è un dolcissimo naufragare, voglio averne di più. Forse.

Ispirazione


22.01.2014 Ispirazione

"Tu appartieni al sangue..."
Mi sento di correggere quest'affermazione in:
Tu appartieni al caos.
Stai esagerando Emery Cullen.
Finalmente.

Fuori Controllo


14.1.2014. Fuori Controllo

  Ho paura. Più sinceramente e onestamente del solito. Vivere   non è costruire, ma creare. Dopo tutta la passione che ho finto per le donne di questa città, dopo i ti amo abbandonati senza trasporto, una linea nera mi ha spaccato in due e ha segnato come punto di non ritorno colui che si finge debole da colui che è debole per davvero. Ed entrambi, sono io.
Dahlia è cambiata, un'ombra è entrata in lei, io, che come su desiderio di Lady C. volevo farle del male, sono finito ad essere la vittima, mi ha violentato, lei, una lurida puttana, è andata contro la mia volontà, contro ogni mia richiesta, mi è sempre bastato un mezzo sussurro, uno sguardo per farle fare quello che volevo, è il suo lavoro, certo, lo ha sempre fatto. E adesso... impotente io resto, non sono riuscito nemmeno a scansarla, a picchiarla, a ucciderla come avrebbe forse meritato.
Non è lei, è ciò che sta dentro di lei.E dentro di lei c'è anche il mio bambino, forse è per lui che non ho reagito o... Non voglio pensarci, troppe parole, troppi colori ossessionanti e umanamente distorti, le ho ancora nella testa quelle grida, quegli occhi di fiamma.
"Tu appartieni al sangue"
A tutto questo reagisco con la stupidità impreparata di chi si è messo col diavolo e adesso ha paura del fuoco. Uno spirito affaccendato che scorre l'ampio mondo può deridermi in un modo simile? Perché? cosa significa? Che sono miserabilmente umano? inutile e inservibile... o che il mio destino è il sangue, mio o altrui? la fine certa e prossima. Ogni giorno ho bisogno di più aiuto e ogni giorno è più spontaneo fingere e non chiederlo, finirò per credere di essere io stesso il mio demone e l'ombra assoluta dell'oscurità.

Un uomo già morto


2.11.2013 Un uomo già morto
Tutto così in fretta, ma non poteva che fatalmente acadere adesso.
In questo periodo instabile in cui sono più scombussolato del solito.
Ma per certi versi è ancora presto o tardi ormai.
Ho cominciato a provare curiosità per Mrs Weaton dalla sera in cui è stata colta da allucinazioni al borgo, SE di allucinazioni si è trattato... ma non ho mai riposto speranze in lei, è sempre sembrata così inavvicinabile... e invece ora.
Ma andiamo con ordine, credo che qualcosa sia ulteriormente cambiato la sera della festa al Messiah, alcuni uomini mi hanno addocchiato, volevano farsi un giro su di me, dicevano, e sono presto passati alle mani, sfiorandomi l'interno coscia e il pene attraverso i vestiti, se non mi fossi trovato li in pubblico probabilmente li avrei anche lasciati fare tanto il mio istinto è pericolosamente malato e desideroso di sperimentazioni. Ma in un occasione pubblica del genere mi sono lasciato andare a quella porta socchiusa, quel lato oscuro che filtra come aria invisibile non te ne accorgi e stai strangolando un uomo quasi fino alla morte.
Mrs Weaton mi ha fermato e mi ha portato via... e... c'era anche un altro tipo, un signore vestito di nero, mi sono sentito vulnerabile e impotente al suo cospetto, è una fortuna che la vedova Weaton mi abbia trascinato via, non oso immaginare come tutto sarebbe proseguito, era come se potesse leggermi dentro e mi stava clamorosamente svergognando davanti a tutti... Sono a rischio, più a rischio di quanto mai possa ardire sottovalutare, ogni mio passo rischia di essere falso ed è ancora dannatamente presto, sono strano e straniero per le persone, devo tenere un basso profilo.
Sono un uomo già morto per il futuro, ma forse, tutti lo sono.
In questo momento provo un'attrazione sessuale invereconda per la vedova Weaton... non c'è nulla di strano, provo pensieri sessuali o malsani (o entrambi) praticamente per tutto ciò che esiste, la cosa strana è che lei sembra ricambiare... e proprio me. L'ho baciata, ho baciato l'inbaciabile, carezzato l'incarezzabile, confessato a lei l'inconfessabile, ma pur con un certo pudore. Sono schiavo delle mie pulsioni, e solo ora capisco quanto tutto ciò possa danneggiare i contrasti e le verità dentro di me.
Ho paura. Ho dannatamente paura. Qualcuno mi salvi.

Potomania


30.10.2013 Potomania
Pensavo che Mrs Weaton si limitasse ad avere paura del buio, ma la paura in lei è un'ombra, già dalla volta in cui mi ha scambiato per un demone sulla Main Street di notte mi sono sentito turbato, ma al tempo stesso rassicurato, quasi... più vicino a lei, più simile a lei. Non sono io il coniglio che trema, o almeno non sono il solo e unico.
Mi sento meno solo, e due giorni fa al borgo, mi sono sentito ancora meno solo. Sembrava me, guardava il vuoto farneticando, credo che... io sia così in certi casi, certe volte, quando sento quelle voci in testa, o quando credo di sentirle, non è sempre facile capire se si tratta di voci reali o meno, è anche vero che da adulto mi è capitato sempre più raramente, tuttavia... capita. Credo...
Se Mrs Weaton è come me, sono contento, forse un po' dispiaciuto, ma comunque contento, posso mandarla avanti nel mondo, capire che cosa questa città possa fare alle persone come noi, e regolarmi di conseguenza.
Ma non voglio farne una vittima, al contrario, la salverò. Se potrò.
Sono preoccupato, Miss Hall continua a ricordarmi i pericoli di questo periodo, e so che ha perfettamente ragione, può succedere qualsiasi cosa da un momento all'altro lo sento, forse è questa tensione che mi ha fatto tornare la malattia dell'acqua. Quando ero bambino bevevo a dismisura, di continua e facevo delle pisciate lunghissime che mi lasciavano una strana sensazione... Ho ricominciato a cercare acqua ovunque, anche ora c'è una caraffa sul tavolino. Ne sono schiavo e certe volte è più forte di me, non mi accorgo di quanto ne bevo finché non mi sento la pancia scoppiare.
Quando non sento più quella sensazione del palato umido accarezzato da quel liquido trasparente e quasi insapore, mi sento perduto, mi sento senza sostegno e senza purezza, senza la mia ombra trasparente, cristallina che scorre dentro di me lavando via i pensieri del male.
Quando ero piccolo mi punivano, e punizione dopo punizione l'abitudine è andata via, è stata regolata. Ma ora che sono solo, chi mi punirà? E poi perché punire un impulso così genuino? L'acqua... da vita. Perché preoccuparsene.
Perché sento questo senso di colpa sanguinario mettere radici brucianti nelle mie viscere e nel mio petto? Di chi è quel sangue? Di chi è quest'ombra che si staglia enorme nella coscienza?
Aiutami.

Occhi


30.10.2013 Occhi

Occhi di smeraldo sei tu, donna perduta, foulard giallo, perversione nei miei pensieri, ti ho avuta, presa, ancora prima baciata, ti ho umiliata, degradata e servizievole al mio tocco mi hai esaudito. I miei graffi non sei stata in grado di respingerli, la tua pelle torturata e il mio godimento, il sudore che imperla gli orli del tuo fiore notturno e urina.
Eppure, è solo una minima parte, un frammento di ciò che realmente ti farei, e guardandoti negli occhi sento che in effetti... lo sai.
Dici sempre che non sono le persone a farti paura, quindi non dovrei temere il tuo allontanamento, eppure questo presentimento ombra che ci divide mi sembra andare oltre il tuo indecoroso mestiere, la tua sublime arte.
Mi hai regalato la tua antica "A" di Adultera, la tengo vicino al cuore la notte, in tasca gli altri giorni, ma quando esco di casa la nascondo acuratamente nella scarpa sinistra, accarezza la cicatrice sotto la pianta del mio piede e nessuno li potrà mai trovarla, stoffa rossa come il peccato, l'ho strusciata su tutto il mio corpo, e sulla mia virilità. Pensare che una parte così oscura del tuo passato mi ecciti al punto da... Non è meraviglioso? Mi hai stregato e al tempo stesso è come se da un momento all'altro questo maleficio suadente potesse riversarsi sopra di te. Contro di te.
Una dalia insanguinata, che diventa nera e marcia, occhi smeraldo che vorrei strappare per averli anch'essi posati sul mio cuore, in tasca o nascosti in una scarpa.
Non è che fantasia. Io sono buono.

Il Giovane Drago


12.10.2013 Un giovane drago

Da qualche giorno non ho più scritto, eppure non sono mancati gli aneddoti e le ispirazioni. Buffe maschere di questa città graffiate dal tempo e dallo stesso indurite e trasognate. Tanto per cominciare sono entrato a far parte dell'Università di Laddington come appartenente al Casato dei Draghi, una spilla rossa, fiore di sangue sporge ora sul mio petto, come una parte inaspettata di me. Coraggio, ambizione, valore, ci si aspetta questo da me. E io invece cosa do agli altri?
Miss Hall mi conforta e inquieta al tempo stesso, mi spinge con bastone e carota verso la sincera ricerca della verità, soprattutto in me stesso, mai vista una donna saper destreggiare l'equilibrio di veto e sicurezza con così tanta maestria; amo i contrasti e sono fiero della mia maestra, ma sarò molto più fiero quando l'avrò superata, nulla è irragiungibile all'uomo di grande ambizione e io voglio avere tutto, o almeno, tutto quello che ha lei.
Mrs Weaton e Mrs Oliver (almeno qui con te posso chiamarla Faye) mi trasmettono emozioni altalenanti, una più guardinga, l'altra più rassegnata, non lo do a vedere, ma mi diverto in loro compagnia, non avrei mai creduto che quella bigotta mi porgesse delle scuse, mi ha fatto piacere, ha riscaldato il mio cuore, c'è della speranza nei cuori duri e neri che sono abituato a passare in rassegna e mi ha fatto un dono: un segnalibro di stoffa che infilo in te. Possa tu custodirlo nelle tue pagine meglio di quanto io possa custodire la gratitudine nel mio animo perduto.
Ci sono poi altre cose di cui voglio scrivere, altri incontri meno mentali e più intuitivi. Ma meritano pagine loro e le stilerò in seguito.
Perché parlarne poi, perché scrivere? Forse è la noia, forse qualcosa di più profondo e pericoloso che non vedo l'ora di poter toccare.

Il Club Puntocroce


19.9.2013 Il Club Puntocroce

Il Club del Puntocroce di questa città è come uno specchio, puoi andare a rimirare la tua immagine, a farti bello, curare il tuo aspetto riversandoti negli occhi di chi ti guarda e giudica e... ogni altra cosa che possa risultare esteriore, è uno strumento fantastico per chi arriva a comprenderlo.
Queste sono le parole pronunciate attentamente e sottovoce che mi sono uscite spontaneamente dalle labbra lungo la strada del ritorno ieri notte. O qualcosa del genere.
Vista di sfuggita in poche occasioni, finalmente ieri ho avuto modo di chiacchierare per qualche momento da solo con Mrs Weaton, dopo averne sentito parlare dagli altri, ora posso cominciare a farmene un'idea mia.
Tra un convenevole accennato, qualche giudizio sui miei conterranei scozzesi e qualche altra dichiarazione di aperta e pura devozione ha infilato qua e la piccole insidie, questo almeno mi sono sembrate, difficoltà stese ai piedi degli animi sensibili così che possano inciampare e dar qualcosa da dire in giro. Devo ammettere che adoro questo tipo di difficoltà, sono il tipo di sforzi che mi permettono di far emergere la parte di me che adoro far conoscere agli altri, l'insicurezza, la prudenza, l'imaturità... e nel mentre, alle loro spalle, operare tutt'altro.

In stato di... Grace


14.9.2013 In stato di... Grace
Faccio pratica tra i volti di questa città, nello stesso modo in cui la mia voce ha fatto pratica col loro accento per rendermi più simile, più neutrale, ombra del sentire. Cantilena, cantilena, il segreto sta tutto nella risonanza. Ma sono le note di altre gole che le mi orecchie desiderano.
Ho visto una mia futura collega di Ateneo, Grace, ne avevo sentito parlare, ma poterci parlare io... mi ha fatto sentire in stato di grazia, glioria e luminosità, ha detto che le piaccio, devo esser diventato rosso, ultimamente capita spesso, ma che capiti mentre sento la felicità scoppiare nel petto... ecco, quello capita di rado.
Miss Sybilla Hall ha voluto mettermi in guardia su alcune cose che già immaginavo sul prestigio, il potere della conoscenza e l'Università di Laddington, l'ho ascoltata con piacere, ma devo ammetterlo, la mia mente si è riempita di pensieri impuri ogni volta che lei accennava a qualcosa di opposto... E poi Paul, anche lui un candidato al futuro universitario, così impegnato a farsi trovare in atteggiamenti amichevoli, che strana luce...
Faye dice che nessuno andrà da lui a dirgli di tingersi i capelli, ma io penso che dovrebbe, certi colori attirano il male, è risaputo... Ma in effetti, questo è anche il motivo per cui non dovrebbe.
è anche vero che... Sono io stesso il primo a essere prova invisibile che, il male non è il colore di un capello... Certo che no.
Che insoddisfazione e che malessere questo strano stato di falsa beatitudine e grazia.

Prova


27.8.2013 Prova
Trovare nuovi modi per procurarmi ansia è ciò che mi riesce meglio nella vita. La scelta era tra fregarmene della reputazione e andare contro ciò che è comunemente accettabile per la mia classe sociale... E... Studiare.
Forse non sarò lo studente più brillante di Laddington o quello con la migliore reputazione, ma in qualche modo devo entrare in quell'Università, chissà quante storie, quanti segreti e quanta realizzazione nascondono quelle mura per me.
Un tesoro sepolto, che fa male a toccarlo e aspetta soltanto me. Da oggi si tratta di rigare dritto essere il ragazzo rispettoso che so essere... So davvero esserlo? Se il metro di giudizio sono le persone, qui a Laddington sono così strani che non so davvero quale potrà essere il verdetto finale.
Mi renderò indispensabile, si, questo farò... Spero solo... non siano vuoti propositi. Altrimenti sto nei guai più neri, altrimenti non so che fare qui, o forse lo so fintroppo bene e questo, mi spaventa, non mi abituo mai all'orrore, dentro di me, vivo una realtà terrificante.

Il Bosco


24.8.2013 Il Bosco
Sono sfinito, seppellisco in te questa ultime righe per oggi, quest'ansia e il sovrapporsi d'immagini e miti, fantasie che devo sbattere fuori dalla testa. Faye mi ha respinto formalmente, è stata sposata, e ammette candidamente di non protare alcun lutto e di non rendere a nessuno nota questa informazione... ha raccontato una storia agghiacciante sul marito, ma questo non spiega come ho fatto a farmi convincere ad andare nel bosco con lei e Dahlia... Chissà perché c'è sempre Dahlia di mezzo quando le cose si fanno strane, terrificanti e intriganti...
Ho davvero avuto paura di perdere il controllo, di perderlo tanto di far loro del male o di farne a me stesso, invece non è stato così male, si respira un'aria viva, macabra in quel bosco, forse sono solo i racconti dei paesani e delle due ragazze, ma... mi sentivo bene con me stesso, bene in un modo in cui non dovrei sentirmi però. Vorrei tornarci, ma non oso chiederlo a nessuno e da solo... non sono ancora così tanto fuori controllo da doverci andare da solo. Tutto procede, eppure tutto è aleatorio, instabile e distante, dal diario di un ragazzo quasi morto, i brividi della natura e i fantasmi del futuro che verrà.

Io non so carezzare


22.8.2013 Io non so carezzare
Mi sto mettendo nei guai? Insomma, dovrei vedere la cosa da un lato pratico, ho baciato una persona, non era un bacio normale, forse all'inizio, poi ho avuto come l'impressione di non essere più me, volevo fermarmi, ho cercato di voltare la testa e irrigidire i muscoli, ma era troppo tardi. Andava tutto da solo e so che è pericoloso.
C'è della violenza in me. Io non so carezzare. Ho bisogno di imprimere graffi, è assurdo, non ho controllo di me. Lei dice che in tutti noi c'è un po' di luce e un po' di tenebra. Quindi saremmo forse uomini nuvolosi?
Mio padre ha sempre detto, se un contadino trova una mela bacata su di un lato dice che quella mela è guasta, un uomo o è buono o è guasto. Io sono buono? Ma se ricapitasse? Se perderò il controllo di più e ancora di più? Vorrei morire dieci volte senza mai apprendere la risposta.

Fiore Peccaminoso



19.8.2013 Fiore Peccaminoso
Il capo del Messiah comincia a farmi tremare le gambe, dopo giorni in cui ne ho sentito soltanto parlare o in cui ho avvertito la sua voce tuonare per la sala mentre io ero in camera, l'ho conosciuto, vorrei avere la sua età, abbandonarmi come lui ai commenti più grevi, non dovrei neanche sforzarmi, quell'uomo interpreta molti miei pensieri a voce alta e questo fa quasi paura. Mi ha dato del frocetto, mi ha chiesto se ho mai provato la passera, e che se faccio certe cose in pubblico verrò messo sul rogo a scaldare castagne... Non ricordo nemmeno più cosa ho risposto, ma in qualche modo devo essermela cavata perché mi ha lasciato in pace, eppure dentro di me io so... che c'è qualcosa che non va e che in quelle parole c'è tanta malizia quanto anche un pizzico di verità.
Poi lei entra dalla porta e subito è facile capire che tipo di persona è... Quel foulard giallo significa una sola cosa; ho messo i miei occhi altrove, dove un bravo ragazzo dovrebbe metterli e lasciarli, ma le mie orecchie sono state avvelenate più della vista, è seduttore il verso, produce destino e martirio. Un breve discorso con Dahlia mi ha fatto capire quanto sia comoda e suadente la verità e l'omissione della stessa, si può parlare senza mentire, contemporaneamente credere e tradire, lo dico io che si può. Con lei, la tentazione di lasciarmi andare, parlare come in realtà so parlare, le stranezze che so dire, i rompicapi che posso porre e i pensieri malati che spingono tra le mie tempie... Ma non l'ho fatto, un sorrisetto timido è bastato spero, per qualche anno ancora il mio corpo mi aiuterà, ma non potrò essere giovane eterno, apparente insicuro per sempre, una maschera si ricava da fondamenta profonde e ogni persona che incontro appare ai miei occhi come l'acqua che sgretolerà la maschera, Dahlia, dolce maremoto, voglio saperne di più, arrivi tu e mi rendo conto che non sono diverso dagli altri, voglio quello che vogliono tutti, e ti prego, non dirlo a nessuno, ma voglio essere felice.

Mattino


11.8.2013 Mattino

Il Mattino porta consiglio? Ieri notte ho conosciuto la Cattedrale e Alysia, una donna per bene, mi ha dato tanti consigli, forse ispiro così tanta tenerezza da meritare i consigli di chiunque? O dare pareri sul mio futuro a Leddington li fa solo sentire più sereni, con la coscienza più apposto?
So solo che è come se un disegno ultradivino si creasse da solo, dal nulla, con intrecci ancora vaghi... Angelus è un luogo inquietante, il temporale lo rendeva come sospeso nel tempo, come se qualsiasi cosa potesse accadere, come se perfino io potessi sentirmi potente in quel luogo inerme e ricco di superstizione.
Il mattino ha portato umidità tra le mie gambe, forse è perché sono da solo, ma non riesco a sentirmi in colpa di questo, anzi, provo un certo, peccaminoso compiacimento. Mi sto ammalando, ancora?

A Laddington



Emery Cullen
...Il bambino uscì di casa per giocare
nell'oltrepassare la soglia della porta di casa
gli si causò come un riflesso
il male era nato, era nato e seguiva il bambino...

10.8.2013 A Laddington
La stanza è come tante altre, ma l'aria ha qualcosa di più confortevole del passato. Mi sento stanco e spossato, mi sento vuoto, ma continuo a ripetermi che è soltanto indecente accidia e svogliatezza e che devo combatterla, è presto e ogni cosa ha il suo tempo. C'è disordine nel pane, e nell'acqua, ogni manina tesa in questa nuova città l'andrò a cogliere, sono nutrimento del mondo, mi sento pieno di tutto, trabocco di tutto, di acqua, suoni e colori, eppure così vuoto... Ho incontrato volti scuri e cupi, indifferenti e due donne, dalla diversa cortesia.

Faye è così strana, così sorridente, solo le baldracche che ho incontrato in passato erano sorridenti come lei, non mi sembrava il caso, non penso sia una donna di malo costume...
Solo col pensiero, ma è vero ho peccato, è colpa di Faye, so che è colpa sua, una parte di me lo crede, non dovrei indurmi in simili pensieri... Aspetterò, il tempo sarà caritatevole e la sua lanterna mi mostrerà la via.
Ho conosciuto anche Sybilla, è una maestra, il mattino è pieno di promesse, come questa cittadina, opportunità... Dice che i forestieri in passato hanno portato fastidio e causato danni. Era un avvertimento? Sono io il solito colpevole paranoico che si sente sempre sottoaccusa? forse è così, ma farò di tutto per dimostrarmi integro e buono.
Perché dove arriva il bene, ci sarà sempre il posto anche per il suo acceso complementare.
Sei dolore mio signore, per non dispiacermi più, sei meravigliosa catastrofe, per la mia adorazione oggi e per quella dei giorni a venire. Tuo, Emery.